
In tanti decenni di vita il fumetto italiano ci ha fatto conoscere tutto, o quasi, della storia del West americano oppure delle imprese criminali dei gangsters delle grandi metropoli degli Stati Uniti. Invece sceneggiatori e disegnatori non hanno quasi mai affrontato alcuni degli aspetti più importanti e significativi della storia italiana. Ogni tanto c’è qualche eccezione, ma si tratta di casi isolati, come quello di
Volto Nascosto, il personaggio nato dalla scelta di un editore coraggioso come
Sergio Bonelli e dalla bravura di uno scrittore come
Gianfranco Manfredi, sempre attento a temi storici e di costume. Con Volto Nascosto è stata narrata - attraverso protagonisti e vicende fantastiche all'interno di una precisa realtà storica - la non esaltante impresa coloniale della conquista dell'Etiopia alla fine dell’Ottocento. Per questa ragione ci sembra interessante e stimolante la mostra - ospitata fino al 30 aprile presso la
Casa della Memoria nell'antico quartiere romano di Trastevere - che raccoglie le tavole che otto giovani disegnatori in cerca di editori hanno dedicato ad alcuni aspetti della
Resistenza. E' un tema che il

cinema ha affrontato in molti film, ma che il fumetto ha praticamente ignorato da sempre, forse perché più portato verso temi di pura fantasia. Facendo qualche passo indietro, scopriamo infatti che sono state molto poche le storie dedicate agli anni della lotta contro il nazifascismo, sfociata nella vittoria del 25 Aprile. Di Resistenza si è parlato, per esempio, all'interno di
Cuore garibaldino, una lunga saga patriottico-risorgimentale iniziata nel
1939 sull'
Intrepido e proseguita anche dopo la fine della guerra, con episodi scritti da
Luciana Peverelli e disegnati da
Vittorio Cossio e dedicati, appunto, alla lotta partigiana. Un tema affrontato anche in molti altri albi dell'Intrepido, ma spesso con ambientazioni nella Francia del 1943 e con un taglio quasi poliziesco. Più frequente il riferimento alla Resistenza in alcuni episodi di
Sciuscià, con i piccoli protagonisti che entrano in contatto con partigiani presentati in modo non sempre fedele alla realtà. Negli anni Sessanta hanno ottenuto un certo successo le collane di
Eroica e
Supereroica, albi realizzati da autori italiani per un editore inglese, che presentavano molti episodi ricavati dalle cronache di guerra, che talvolta coinvolgevano anche partigiani italiani. Quelli stessi che, anni dopo,
Oesterheld e
Hugo Pratt hanno inserito nelle storie antiretoriche e molto umane di
Ernie Pyke, giornalista inviato sui fronti bellici.

Oltre a questa coppia, altri autori di qualità si sono cimentati con storie e personaggi della Resistenza, come
Dino Battaglia che nel
1962 ha disegnato per
il Messaggero dei Ragazzi una biografia di
Padre Kolbe, il frate polacco ucciso ad
Auschwitz, oppure come
Guido Crepax che, in un flash back sull'infanzia di
Valentina, ha rievocato la fuga in Svizzera della sua eroina per sfuggire alla deportazione, dato il nome della famiglia (
Rosselli, scelto da Crepax come omaggio ai due fratelli assassinati dai fascisti). La Resistenza è stata spesso ricordata sulle pagine del
Pioniere - il giornalino di sinistra nato come alternativa al
Corriere dei Piccoli e al
Vittorioso - ma anche su quelle dello stesso Corriere dei Piccoli che inserì tra i personaggi storici che periodicamente rievocava, anche l'eroe partigiano
Duccio Galimberti in una storia scritta da
Alfredo Castelli e disegnata da
Mario Uggeri. Il nostro piccolo viaggio termina qui. Probabilmente abbiamo dimenticato qualcosa, ma non molto. [
Carlo Scaringi]
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