“Our Love Affair with… Animation”: il cinema di Signe Baumane e la musica di Kristian Sensini (intervista)
“My Love Affair With Marriage“ è il nuovo film d’animazione ‘per adulti’ (ma che vuol dire?!) ideato, scritto, animato e diretto da Signe Baumane, artista lettone (ormai newyorkese d’adozione), ironica quanto arguta e assai apprezzata nel circuito dell’Animazione indipendente (ma non solo, dato che il suo precedente film, “Rock in my Pockets“, nel 2015 è stato il candidato lettone alla cinquina degli Oscar per il Miglior Film Straniero).
Nel programma dei WIP (work-in-progress) proposto sulla piattaforma del Festival di Annecy 2020 versione on line, abbiamo potuto gustare una ghiotta anteprima su questa personalissima quanto universale vicenda di genere e matrimonio, in cui ancora una volta Baumane riesce a svelare, tra guizzi di ironia e doloroso autobiografismo, le contraddizioni e le difficoltà della condizione femminile in ogni epoca e contesto culturale e sociale.
Il lungometraggio è attualmente in lavorazione e, se tutto va bene (il fatalismo è obbligatorio in questo tormentato periodo) verrà completato nella primavera del 2021. Ha beneficiato di modalità di finanziamento indipendenti, in gran parte grazie a una efficace campagna su Kickstarter che nel 2017 ha radunato oltre 1562 contributori, e tramite ulteriori donazioni provenienti perlopiù da Stati Uniti e Lettonia. Si tratta di un progetto strutturato lungo un arco di sei anni, in cui la ricerca di fondi è tuttora attiva e necessaria: ogni giorno la lavorazione deve far fronte a nuove sfide, anzitutto a quella di preservare quest’opera profondamente autoriale davvero indipendente.
Il film è stato scritto e animato dalla stessa Signe Baumane, con il supporto di un team di qualità eccezionale, di cui vogliamo citare qui almeno qualche elemento.
A partire da Sturgis Warner, veterano della scena teatrale newyorkese e specialista nello sviluppo e messa in scena di pièce originali. In “My love Affair” è consultente di sceneggiatura, direttore del casting, costruttore di scenografie, Lighting Designer e, soprattutto, l’autentica ‘mano sinistra’ di Baumane fin dal 2010, capace di regalare principi e qualità teatrali al suo cinema indirizzandolo verso la piena maturità espressiva.
Per l’animazione degli aspetti “biologici” dell’Amore, Signe ha puntato invece su Yajun Shi, animatrice, Motion Designer e illustratrice 2D residente a Brooklyn: circa 12 minuti di animazione in totale. La regista era alla ricerca di un animatore creativo e fantasioso che avesse uno stile diverso dal suo. Il cortometraggio animato “Parasite” di Yajun la convinse definitivamente ad arruolarla.
(Qui tutti i bravissimi tecnici e artisti che hanno preso parte alla lavorazione.)
“My Love Affair With Marriage” trasporta lo spettatore dentro la scatenata, immaginifica mente di Zelma, nella sua ultraventennale ricerca dell’amore perfetto e del Matrimonio duraturo. Incalzata da un trio di sirene mitologiche canterine a diventare la donna ideale, e incapace di liberarsi dai condizionamenti biologici del proprio cervello, Zelma trovera l’amore molte volte, e altrettante lo perderà.
Più di ogni cosa, Zelma anela l’Amore.
“Solo l’amore ti renderà completa!” -insistono le sirene. Ma l’amore è alquanto elusivo quando si è emarginati a scuola e introversi a casa. Guidata dalle canzoni ipnotiche delle sirene, Zelma tenta (invano) di diventare il tipo di ragazza che piace ai ragazzi – carina, debole, insicura.
Zelma ha il proprio DNA, milioni di vie neurali e una vasta gamma di reazioni chimiche nel suo cervello che compongono la sua personalità. Zelma non ha altra scelta se non quella di essere il campo di battaglia per il conflitto tra le Sirene mitologiche e la Biologia. Mentre lotta per trovare il proprio destino, Zelma finalmente trova l’amore e si sposa per la prima volta: l’amore la riempie di scopo e significato. Ma tutto ciò che ha imparato sull’amore da ragazzina finisce col distruggere questa unione e, in seguito, saboterà un secondo matrimonio peraltro edificato su basi assai diverse.
Narrato da Zelma giovanissima, “My Love Affair With Marriage”, come già in “Rock in My Pockets” – in cui era la malattia mentale a farsi metafora di una femminilità mutilata e ‘depressa’, trasmessa tra le generazioni quale marchio di una colpa incancellabile – propone una prospettiva unica e immaginifica sulla crescita femminile nella società tradizionale.
Piena di meraviglia, Zelma è in viaggio per scoprire chi è davvero. Nata in Lettonia quando era ancora sotto il giogo dell’Unione Sovietica, la ragazzina naviga nel letale labirinto di Amore e Matrimonio dai 7 fino ai 30 anni. Persiste perché crede che solo il Vero Amore potrà completarla. La Biologia è un personaggio non umano, che commenta l’attività cerebrale di Zelma mentre continua ad innamorarsi. Alcuni dei processi di caduta e di innamoramento sono chimicamente molto complessi, il che “eccita” la Biologia, anche quando Zelma non è, dopotutto, così felice.
Le Sirene Mitologiche sono creature che cambiano forma e che esercitano enormi pressioni su Zelma affinché si conformi ai tradizionali standard sociali imposti alla femminilità. Per interpretarle è stato scelto il gruppo musicale lettone delle Trio Limonade: Iluta Alsberga, Ieva Katkovska e Kristine Pastare.
Parlando di doppiatori, a ‘interpretare’ Zelma è Dagmara Dominczyk, attrice e scrittrice polacca naturalizzata statunitense dopo il matrimonio con il collega Patrick Wilson, autrice del best seller “The Lullaby of Polish Girls“; “Biology”, il personaggio non umano che risiede nel cervello della protagonista e “si nutre” delle reazioni chimiche scatenate dalle sue emozioni, è Michele Pawk, vincitrice del Tony Award come Miglior Attrice Non Protagonista nel musical “Hollywwod Arms“; Linda Leen, star lettone internazionale, canterà la canzone dei titoli di coda, ed è anche la doppiatrice di Elita, frivola e opportunista compagna di classe di Zelma, nella versione lettone di “My Love Affair With Marriage”, di cui Linda canta la theme song. Elita è la ragazza più popolare della classe di Zelma, un’esperta su come essere la ragazza perfetta che tutti i maschietti desiderano (o dicono di desiderare). Gli attori Cameron Monagham e Matthew Modine interpretano i primi due mariti di Zelma, Sergei e Bo, mentre Jonas, il terzo, è affidato a Stephen Lang, presenza fissa nella “Avatar-saga” di James Cameron.
Come se non fosse già una bella sfida girare il film in un’unica lingua, il team di “My Love Affair With Marriage” ha deciso di realizzarne anche una versione in lettone, dal titolo “Mans laulibu projekts” (My Marriage Project). La direttrice del casting Anete Vanaga ha messo insieme un altrettanto ricco cast di voci autoctone, e l’adattamento dei testi è stato sincronizzato perfettamente con i movimenti delle labbra dei protagonisti.
Tutto l’eccellente cast vocale qui.
Si è detto che questo è un musical, e dunque le sette note ricoprono in esso un ruolo fondamentale, intrinseco alla narrazione e alla stessa caratterizzazione dei personaggi. A questo proposito, entra in scena un tassello italiano dello ‘spartito’: Kristian Sensini, talentuoso compositore e musicista marchigiano, pianista e flautista con alle spalle studi di musica classica e jazz, che a 43 anni vanta già una ricca e variegata carriera tra composizioni per film e programmi TV, documentari, e progetti d’animazione. Ha collezionato una decina di nomination per la migliore colonna sonora al Jerry Goldsmith International Film Music Award, e ha vinto due volte il Global Music Award per la colonna sonora del film horror “Hyde’s Secret Nightmare” e per il suo album solista “KuartetS”. Nel 2014 ha vinto il ColonneSonore Award grazie al suo lavoro nel già citato “Rocks in My Pockets”, da cui ha inizio la fortunata collaborazione con Signe Baumane.
Lo abbiamo contattato durante il Festival di Annecy e, con grande gentilezza e disponibilità, lui ha accettato di concederci una piccola intervista:
GZ: Quando hai incrociato la tua strada con il cinema di Animazione? Era già un tuo interesse o ci sei arrivato per altre circostanze?)
KS: Ho sempre amato il cinema di Animazione, è un mezzo dalle infinite potenzialità narrative. Apprezzo particolarmente quei film nei quali si può avvertire la mano dell’artista, sono un po’ allergico ai progetti in CGI. A livello professionale le mie prime esperienze risalgono a quando ho frequentato il Laboratorio di Musica per Film del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Durante il corso ho svolto delle esercitazioni nelle quali occorreva, ovviamente, creare musica originale per dei cortometraggi. Io ho scelto diversi corti di Animazione, ho intuito che potevano consentirmi una ricerca sonora diversa e che avrei potuto sperimentare più liberamente. Durante una di queste esercitazioni ho avuto una “illuminazione” che è poi diventata fondamentale per il mio lavoro: il Cinema di Animazione non è un genere ma una tecnica diversa per raccontare. Da qui è nata la necessità di scrivere Musica non necessariamente da “cartoon”, ma musica che non sminuisse la dignità di questa Arte.
GZ: Cosa ti ha catturato di “Rocks in My Pockets”? Come è avvenuto l’incontro con Signe Baumane?
KS: L’incontro con Signe è avvenuto casualmente, come è normale nel nostro ambiente. Dopo aver sperimentato e aver scritto musica per alcuni cortometraggi, ho iniziato a sentire la necessità di scrivere musica per un film di animazione completo. Mi sono messo alla ricerca di progetti di Animazione che in quel periodo risultavano in produzione o pre-produzione. Ho contattato quindi Bill Plympton, importante artista dell’animazione USA, nominato due volte agli Academy Awards per alcuni suoi lavori. Avevo letto che stava lavorando ad un nuovo film e ho semplicemente scritto per chiedere se avesse bisogno di un compositore che si occupasse della colonna sonora per il suo progetto. Dopo qualche giorno mi ha risposto (cosa che raramente avviene in Italia…) dicendomi che no, non aveva bisogno di Musica ma che una sua collaboratrice, Signe Baumane, stava lavorando al suo primo film di Animazione ed era, per puro caso, alla ricerca di un compositore. Dopo un paio di giorni Signe mi ha scritto proponendomi “Rocks in My Pockets: un buffo film sulla depressione”. Il tema mi ha catturato immediatamente, ho scritto alla mia agente a Los Angeles e le ho detto, fai il possibile per ottenere questo ingaggio, non mi interessa se è un film indipendente, penso ci siano molte possibilità per la mia Musica. L’aspetto grafico così puro e sperimentale mi hanno affascinato. Ho poi letto lo script e realizzato alcuni demo per un paio di scene, Signe è rimasta molto colpita dai miei demo e dalle moltissime idee che le ho inviato nei primi giorni e così è nata la nostra collaborazione. La cosa buffa e che mi chiedi dell'”incontro” con Signe ma in realtà non ci siamo mai incontrati! Collaboriamo dal 2013 ormai, ma ci siamo parlati solamente al telefono, via Skype o via mail, lei non è mai venuta in Italia (anche se ha vinto il premio Sky Arte al Festival di Trieste) ed io non sono mai andato a New York.
GZ: Il metodo/processo di lavoro: di pari passo con la lavorazione o fase indipendente? Quali differenze tra i due film?
KS: Nel primo progetto (“Rocks in my Pockets”) sono entrato nel team quando il film era ormai pronto e montato. E’ stato un lavoro indipendente nel senso che Signe mi ha dato totalmente carta bianca, io le mandavo le mie proposte musicali e lei le approvava, una dopo l’altra, non abbiamo mai avuto discussioni e non ho dovuto presentare diverse idee per le varie sezioni del film. E’ una fortuna unica poter lavorare in questa maniera, direttamente con il regista, e trovare una persona che condivide le tue idee. Ricordo di aver riscritto un’unica scena, quella nella quale la giovane protagonista (che è poi Signe stessa, il racconto è in gran parte autobiografico) lascia la casa dei propri genitori. Io avevo scritto una musica vagamente malinconica, mi ero immedesimato nei genitori che vedono la propria figlia andar via per sempre, e per associazione di idee, ho pensato una musica che avesse lo stesso mood di “She’s Leaving Home” dei Beatles. Niente di più sbagliato. Signe mi ha gentilmente detto “Attenzione, il punto di vista è quello della ragazza, lei sta conquistando la propria indipendenza e libertà”. Ho scritto di conseguenza quello che poi sarebbe diventato uno dei temi principali del film, che appare anche, riarrangiato per l’intera orchestra, nei titoli di coda del film. Il film è caratterizzato dalla presenza costante della voce della regista stessa, come narratrice onnisciente, la musica doveva svolgere il compito di accompagnare e sostenere questa voce, senza mai distrarre gli spettatori dalla storia.
Nel secondo film, “My Love Affair With Marriage”, al quale sto ancora lavorando, il processo è diverso perchè il film nasce, da copione, come un Musical. Nello script erano presenti diversi testi di canzoni (scritti dalla regista), c’è stata quindi una lunga fase di preproduzione nella quale ho scritto ed arrangiato le 23 canzoni presenti nel film; abbiamo quindi registrato questi brani ancor prima dell’inizio del lavoro di animazione perchè Signe ha dovuto poi disegnare ed animare le scene nelle quali i personaggi cantano o ballano. Mentre ti scrivo stanno ultimando le animazioni del film, una volta fatto provvederò a comporre la colonna sonora vera e propria che farà da collante in tutto il progetto e collegherà tra loro le varie canzoni. A parte questi dettagli tecnici penso che siano due progetti molto diversi, ma conservano comunque lo stile inimitabile di Signe, sia a livello grafico che narrativo. Mi piace molto il suo sense of humour ed il sense of wonder che mette in ogni suo lavoro, Signe ha un’energia incredibile e riesce a trattare con naturalezza molti argomenti che nella società occidentale sono tabù… figuriamoci nel Cinema di Animazione!
GZ: Come descriveresti il cinema di Signe Baumane, anche dalla prospettiva della sinergia con la musica?
KS: Il Cinema di Signe è un coloratissimo Luna Park, ha un ritmo incredibile, ed è quindi semplice, e anzi naturale, scrivere la Musica. In alcuni progetti la Colonna Sonora, che è uno degli ultimi elementi narrativi ad entrare in gioco, ha il difficile compito di dover correggere dei difetti che sono insiti anche nel copione o nella storia, per non parlare della recitazione o del montaggio. Non è sicuramente questo il caso, la Musica diventa una ulteriore protagonista. Signe è una regista molto generosa, non teme che la Musica possa prendere il sopravvento, mi ha fatto sempre sentire come un co-autore del film e non un collaboratore che fa parte delle necessarie maestranze. La sinergia tra Musica ed Immagine è dunque totale e nella loro interazione entrambe vengono valorizzate.
GZ: Hai in cantiere nuovi progetti legati all’Animazione?
KS: Al momento mi sto concentrando su questo lavoro, uscirà nel 2021, che è praticamente dietro l’angolo. Sono comunque alla ricerca di nuovi progetti, anche seriali ed anche di diverso tipo. Sono il papà di un meraviglioso bimbo di tre anni e mezzo, mi piacerebbe poter lavorare ad un bel film che può vedere anche lui e potergli dire con orgoglio: “La Musica di questo film… l’ha scritta il tuo papà”.
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