La XIX° edizione del Sott18 film festival si è chiusa venerdì 23.
molte sono state le proiezioni interessanti, una prima parte di queste è stata elencata in un precedente articolo.
Domenica 18 si è proiettato il lungometraggio di Bruno Bozzetto “Vip, mio fratello superuomo”, che essendo uscito nel 1968 quest’anno ha compiuto cinquant’anni e si unisce ai festeggiamenti fatti con “Yellow Submarine” (1968) e la serie TV “Il professor Balthazar” (1967).
il film è stato introdotto da un presentatore d’eccezione. Bruno Bozzetto in persona.
L’autore presenta il film come qualcosa fatto cento anni fa che per suo stupore è ancora molto apprezzato. La storia è legata all’epoca in cui usci e ci sono riferimenti diretti ai caroselli che venivano mostrati in televisione che adesso non possono essere capiti da chi è venuto dopo. Ma il tema del lavaggio del cervello fatto tramite i media e la produzione di massa è non solo attuale, ma ancora più forte di cinquant’anni fa. Probabilmente è per questo che ancora è così apprezzato.
Nel film ci sono alcune belle canzoni e alcune orribili canzoni. Questo perché quando lo fece il coproduttore americano aveva imposto di mettere più canzoni per seguire il modello Disneyano e le odiò fin dall’inizio, ma le canzoni che avevano fatto prima dell’imposizione sono molto belle e scritte da un musicista che ha sempre stimato.
Racconta al pubblico una particolarità. Sia Vip che “Wenst and soda” vennero fatti senza una sceneggiatura. Per lui adesso è strano parlarne, soprattutto considerando quanto difenda la scrittura della storia. Ma all’epoca il suo studio era composto letteralmente da quattro persone che facevano tutto. Avevano un’idea generale della storia e nello sviluppo ogni giorno riempivano una parete di disegni per illustrare una scena. Le idee venivano sul momento e una volta finito si staccava tutto, si metteva da parte e si cominciava un’altra scena. Se a qualcuno dopo veniva una buona idea potevano decidere di inserirla. Ma tutto questo era possibile perché erano in pochi e si intendevano perfettamente tra di loro.
Adesso gli studi non lavorano più così, le storie vengono decise con anni d’anticipo e è giusto fare così. Ma l’energia che i suoi primi due lungometraggi hanno è dovuta anche a quel modo di lavorare bizzarro.
Di Vip avrebbero dovuto fare un seguito. Ma purtroppo il progetto è saltato e aveva dovuto mettere da parte l’idea. Qualche mese fa il suo amico Grégory Panaccione, un bravo fumettista Francese, aveva finito la storia a cui lavorava da anni e trovandosi senza niente da fare gli chiese se avesse una storia per lavorarci insieme. Così la seconda storia di Vip è diventata la prima Graphic novel sceneggiata da Bruno Bozzetto, un’esperienza che ancora gli mancava. Uscirà a maggio in Francia e a giugno in Italia.
Subito dopo Vip si è tenuta la “Conversazione animata” tra Bruno Bozzetto e Konstantin Bronzit, è stato uno dei momenti più alti del festival e uscirà un articolo solo su questo il prima possibile.
Mercoledì 21 è stata mandato il secondo gruppo di episodi della Serie “Il professor Balthazar”, alla presenza di un gruppo di bambini che ha molto gradito le avventure del professore amico di tutti e del suo mondo colorato e futurista. Sarebbe bello rivedere la serie in TV.
Giovedì 22 c’è stato un altro lungometraggio, si è trattato del francese “Le grand méchant renard et autres contes” di Benjamin Renner e Patrick Imbert. Andrea Pagliardi e Eugenia Gaglianone introducono il film. Sono molto orgogliosi di aver portato questo film divertente al festival. È quasi certo che ci sarà una distribuzione italiana. Ma non è ancora possibile immaginare una data. Quindi fortunati i presenti in sala.
I registi avevano già lavorato a “Ernest et Celestine” insieme a Daniel Pennac. Dopo il film Benjamin ha pensato di fare un film sui personaggi dei suoi fumetti. Gli animali di una fattoria che disegna da quando aveva otto anni (fumetti usciti anche in Italia in una raccolta intitolata “Chi ha paura della volpe cattiva?”) In realtà l’idea originale era di fare uno speciale televisivo, ma la situazione è andata crescendo sfuggendo di mano finendo col decidere di realizzare un lungometraggio per il cinema.
Il film è composto da tre storie interpretate dal teatro della fattoria e è davvero divertente. La cosa particolare della sua produzione è stato che l’autore ha deciso di realizzare tutto nel suo studio insieme al suo piccolo gruppo di collaboratori. Per lui era essenziale mantenere lo stile di disegno e con un piccolo gruppo che si conosce da anni è stato possibile farlo, il tutto risparmiando il più possibile senza abbassare la qualità dell’animazione. Questo non ricorda un po’ il discorso fatto da Bozzetto sul lavorare in piccoli gruppi con una libertà maggiore perché si ci conosce benissimo?
L’ultimo appuntamento animato del festival è stato venerdì 23, il giorno di chiusura.
La proiezione è stata, ancora una volta, eccezionale. Si è trattato di “Revolting Rhymes”, cortometraggio realizzato da grande studio inglesi Magic Light Pictures. Già autori di cortometraggi celebri come “The Gruffalo”.
Il cortometraggio è un’altra grande conquista del festival, infatti essendo stato recentemente tra i candidati all’oscar (Come The Breadwinner) prima di poterlo avere si sono dovuti passare parecchi problemi.
Il cortometraggio è uno speciale natalizio prodotto per la BBC nel 2016 partendo dall’omonimo libro “Versi perversi” scritto da Roald Dahl in cui con tanto umorismo nero il grande scrittore riscriveva in rima alcune fiabe cambiandole.
Fu un libro molto controverso e spesso osteggiato perché ritenuto inadatto ai bambini per il tanto l’umorismo nero (che solitamente piace ai bambini).
Il cortometraggio è composto da due parti, trucco che non solo serve a lasciare col fiato sospeso ma ha permesso di trasmetterlo in due serate.
La storia del lupo che racconta la vera versione delle fiabe incanta e appassiona. Lo stile dello studio, capace di amalgamare dei fondali piuttosto bidimensionali a personaggi in CGI, ha superato in bellezza i cortometraggi precedenti e il caracther design è davvero ottimo dandoci dei personaggi fiabeschi ma con un qualcosa di ruvido che li rende molto più legati alla realtà.
Una meraviglia che probabilmente non arriverà mai nelle televisioni italiane. Ma ha ancora delle possibilità di approdare all’home video (o su Netflix) in futuro.
È così si è chiusa la parte sul cinema d’animazione della XIX° edizione di Sotto18 Film Festival. Un’edizione dove con grande fortune si è riusciti a mandare tutto ciò che si voleva nonostante le difficoltà nell’ottenerne il permesso.
Chi ha seguito si è di certo divertito, per chi scrive è stato bello.
Appuntamento al prossim’anno, con chissà quali altre meraviglie.
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