afNews: Jonny Logan tra satira e avventura

jonnyloganQuarant’anni fa, nel luglio 1972, Diabolik si apprestava a celebrare il primo decennale, la coppia nera (Kriminal e Satanik) si avviava lentamente verso il tramonto dopo una difficile navigazione tra le burrasche dei benpensanti e Alan Ford – altro fortunato prodotto della premiata ditta Magnus-Bunker – conquistava i primi meritati successi. Era un periodo d’oro per il fumetto popolare, quello a lungo ignorato da chi aveva studiato e magari "fatto" il Sessantotto. Tanti avevano scoperto il fumetto d’autore, leggevano Linus e criticavano OdB perché pubblicava quello sbirro di Dick Tracy e le storie reazionarie ma tanto divertenti di Jacovitti. In questo clima arrivò, nel luglio del 1972, Jonny Logan, un personaggio casareccio, in un albetto dimesso (due vignette per pagina), protagonista di storie avventurose, quasi la parodia di tante altre (nei fumetti e nel cinema) allora di moda. Si rivolgeva a un pubblico di ragazzi appena usciti dalle medie, con vicende divertenti e insolite nelle quali Romano Garofalo – Cimpellinvulcanico sceneggiatore romagnolo, creatore di infiniti personaggi umoristici e satirici – mescolava abilmente gli ingredienti del "giallo" con quelli dell’attualità, in una sorta di incontro tra cronaca e fantasia nel quale c’era posto per argomenti difficili (il divorzio, la mafia, il colpo di Stato, la strategia della tensione, le tasse e perfino il rapimento di un papa), il tutto trattato sempre col sorriso (amaro) sulle labbra e tanta ironia. Jonny Logan è in realtà Giovanni Logaretti, giovanotto di belle speranze ma scarso avvenire, arruolato in una scalcinata banda di "cacciatori di taglie", sguinzagliata sulle tracce di quei banditi che la polizia, quella vera, non riesce ad acciuffare. Capo dell’organizzazione è ovviamente il Professore, vecchio quanto basta, e già provato dalla vita, e ne fanno parte altri imbranati come Ben Talpa, ovviamente quasi cieco, Don Muscolo, grasso più che robusto e il mago Magoz, specialista in illusionismi vari. Tutti insieme collezionano qualche successo e molti fallimenti, per il divertimento dei lettori. Ogni storia (un centinaio di pagine, illustrate quasi sempre da un bravo Leo Cimpellin) è ricca di sorprese e di trovate più demenziali che umoristiche, il tutto arricchito da qualche elemento su cui riflettere, perché il fumetto – anche quello nazionalpopolare o popolaresco come in quegli anni – deve offrire sempre uno spunto di meditazione. (Carlo Scaringi).



by afNewsInfo - - Carlo Scaringi
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afnews.info - ISSN 1971-1824 - http://www.afnews.info/wordpress

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